La Virtus ha ottenuto una wild card per disputare l’Eurolega anche nella prossima stagione : non sarà un interesse ma non si può rifiutare

Nella foto Virtus di Matteo Marchi : Achille Polonara ha vissuto una stagione travagliata ma nella prossima sarà uno dei punti fermi delle Vunere

La Virtus ancora un anno almeno in Eurolega

Il progetto Virtus ha convinto l’Eca (ente proprietaria di Eurolega ed Eurocup) e quindi anche per la stagione 2024-2025 le Vunere si misureranno con le squadre migliori d’Europa. Da un punto di vista morale e sentimentale una grande notizia, per le casse della Virtus, lo spettacolo e la salute degli atleti una follia ma l’alternativa sarebbe probabilmente peggiore quindi turarsi il naso e giocare l’Eurolega con un occhio anche al giardino di casa.

In Eurolega le squadre con wild card non contano nullIn

L’organizzazione dell’Eca è tale per cui le decisioni vengono assunte dalle società azioniste e da quelle con licenza temporanea. Poichè è un Ente privato tutto più che legittimo, l’unica cosa che possono fare le invitate è pagare (profumatamente) per la partecipazione che rappresenta per una società europea un fiore all’occhiello per il proprio blasone. Com’è noto la Virtus ha conquistato due volte nel 1998 e 2001 l’ambito trofeo, in altre due occasioni col Maccabi e il Panathinaikos è stata sconfitta in finale. Sono trascorsi la bellezza di 23 anni dall’ultima vittoria ma, può sembrare incredibile, nessuna squadra Italiana si è mai avvicinata a mettere le mani sul trofeo e nemmeno alla finale.  La Virtus società fondatrice dell’Eurolega sarebbe stata di diritto una delle azioniste dell’ente organizzatore di Eurocup ed Eurolega. Purtroppo un Presidente della Virtus decise che la storia e il blasone delle Vunere in Europa aveva un prezzo  e con quel ritorno economico poteva essere (s)venduta, l’Olimpia non si fece sfuggire la grande occasione anche se non ha poi molto onorato la manifestazione, nemmeno una finale, due partecipazioni ai play off e una Final Four, tutto ciò in quasi vent’anni (dal 2005).

Il format attuale dell’Eurolega una follia

Che la manifestazione sia una vetrina europea unica per le partecipanti è fuor di dubbio ma, da alcuni anni, la formula a 18 squadre l’ha fatta diventare una vera follia. Sotto accusa sopratutto i famigerati doppi turni che nella stagione appena terminata hanno riguardato ben 8 settimane sulle 28 della stagione regolare, più di un quarto. Credo che tutti sappiano cosa sono i doppi turni : per otto settimane ad una squadra che già disputa il campionato nazionale nel fine settimane può capitare il martedì di giocare tra le mura amiche e il giovedì recarsi in trasferta a 3 o 4 ore d’aereo di distnnza con tutti i disagi che ciò può comportare. E’ del tutto evidente che questo format potrebbe avere un senso se le 18 partecipanti rinunciassero ai campionati nazionali. Nessuno ha mai avuto il coraggio di farlo anche perchè significherebbe rinunciare ad una fetta di guadagni casalinghi sotto forma d’incassi.

Per reggere lo stress fisico e mentale del doppio turno e del doppio impegno (eurolega e campionati) le società hanno dovuto ricorrere ad un aumento del numero di giocatori sotto contratto, anche se poi spesso finiscono per giocare molto sempre gli stessi. Le squadre di vertice che dichiarano spese tra i 30 e 40 milioni hanno pochi problemi : le due spagnole a cui le banche non negano mai crediti, le turche e le greche. Da un paio d’anni si è aggiunto il Monaco sostenuto dal magnate Russo Aleksej Fedoricsev al quale l’Eca cui fanno gola i milioni del Principato, consente di giocare le gare interne in un impianto da operetta. Nel panorama Eurolega  l’EA7 costituisce un’eccezione :  spende come le big ma sta nelle retrovie e negli ultimi due anni ha fallito anche i play off.

Le 18 squadre una scelta dettata da interessi economici

La scelta di aggiungere alle società azioniste quelle con licenze pluriennali  e anche le wild card risponde alla necessità di “allungare il brodo”, un torneo di 10 squadre d’elite migliorerebbe lo spettacolo (meno partite ma più interessanti) però avrebbe meno ricavi da sponsor, televisioni e spettatori. L’intenzione è quindi quella di allargare il torneo a 20 squadre (ipotesi anche Dubai), questo permetterebbe di formare due gironi e avere una stagione regolare da 18 partite, con quarti, semifinali e finali.

Il problema vero del format attuale, come ha stigmatizzato Banchi un paio di mesi fa in una conferenza post partita, sono gli infortuni che colpiscono tutte le squadre più o meno allo stesso modo. Si gioca troppo e i ritmi sono insostenibili, tutti sono concordi a riconoscerlo, dovrebbero essere i giocatori i primi a protestare ma, incredibilmente, sono proprio loro a non voler ridurre gli impegni. I giocatori sono professionisti e si sa più giocano più guadagnano, inoltre i giocatori di alto livello preferiscono sempre giocare che allenarsi.

Dato tutto questo perchè partecipare ?

Dipinto questo quadro a tinte fosche la domanda spontanea può essere : chi ce lo fa fare di disputare l’Eurolega ? I pro e i contro sono tanti ma oggi non disputare l’Eurolega fa si che una società non è appetibile per giocatori di vertice e questo è determinante per la costruzione di un roster competitivo. Per i giocatori lo status di giocatore d’Eurolega è un biglietto da visita irrinunciabile per i giocatori che sono professionisti e per le loro agenzie pertanto i giocatori vanno, indipendentemente dal guadagno, dove possono mettersi in mostra e confrontarsi coi migliori del Continente. Piuttosto va detto che le società che non possono ambire ai vertici della competizione dovrebbero disputarla senza svenarsi da un punto di vista economico e senza privilegiare l’Eurolega rispetto al campionato nazionale.

 


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